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lunedì 17 novembre 2008

‘L’Arte? E’ la risposta ad un bisogno.’



Incontro con La psicologa Dr.ssa Loredana Angeletti.

Ogni giorno centinaia di artisti si accapigliano nei forum della rete su cosa è Arte e cosa non lo è, dalle tematiche alle tecniche utilizzate, gli accademici contro gli autodidatta, figurativi contro astrattisti.
Esiste però una costante che unisce tutti, il bisogno di fare Arte, perché?Noi del Caffe d’Arte lo abbiamo chiesto alla psicologa Loredana Angeletti.

Drssa Angeletti può rispondere a questo quesito?

Dr.ssa Angeletti:
L’Arte è la risposta ad un bisogno, per chi l’acquista,( perché l’oggetto artistico può rientrare in un progetto personale come l’arredo di una casa o di uno studio e con l’immagine che l’individuo vuole dare di se attraverso tale scelta.) ma in particolare per chi la produce, in quanto è una trasposizione dei sentimenti e dell’inconscio. Un'
Opera d’Arte è molto più di un oggetto, è un progetto mentale, fisico, psicologico.Il risultato di un vissuto emotivo. Non è quasi mai frutto del caso.


Come si spiega la grande differenza tra il lavoro di un artista e quello di un altro?
Perché alcuni scelgono di fare figurativo ed altri di esprimersi attraverso l’astratto?

Dr.ssa Angeletti:
L’Artista figurativo è un individuo dotato di una buona manualità, questa capacità è presente nelle persone che nascono con una predisposizione del cervello, legata alla spazialità,la capacità di riportare su carta ciò che vedono nella realtà.
Non tutti coloro che nascono con questa capacità diventano artisti. Es. hanno questa predisposizione per la spazialità coloro che sono in grado di leggere una mappa stradale o che hanno uno sviluppato senso dell’orientamento, anche in luoghi a loro sconosciuti, è come se riuscissero a vedere dall’alto la città e a ridisegnarla geometricamente nella propria mente.Questa capacità + acquisizione delle tecniche artistiche + le emozioni e il vissuto psicologico dell’individuo, il gusto e la creatività, danno origine all’ opera di un artista figurativo.

E per un artista astratto come funziona?

Dr.ssa Angeletti:

L'astrattismo è un processo di elaborazione della realtà, l’artista astratto, spesso si dedica a tematiche più introspettive e rivolge l’attenzione verso pensieri e tematiche emotive, concentrandosi più sui sentimenti che hanno generato l’opera che all’estetica della forma.
Ma se l’Artista astratto nasce come tale, non avendo sperimentato il percorso figurativo diviene il più penalizzato nel campo dell’Arte, perché sente il bisogno di esprimersi ma non ha tale capacità,
Questo però non lo rende meno artista del precedente, lo rende solo più frustrato perché costretto a spiegare all’osservatore ciò che voleva dire attraverso l’opera. L’artista astratto è un individuo che ha scelto di non affrontare la propria limitazione, ma di ripiegare su di essa.


In che senso?

Dr.ssa Angeletti:
Nel senso che la predisposizione verso la spazialità la si può apprendere tramite l’allenamento, tutti possono imparare a disegnare così come tutti imparano a scrivere. La scrittura è un segno a cui diamo un suono vocale.
L’artista astratto tende a rifiutare tale problema perché spesso (inconsciamente) ha qualcosa da nascondere agli altri, un vissuto irrisolto. Passare al figurativo significherebbe svelare agli altri ma soprattutto a se stessi cosa lo spinge a fare Arte. L’opera d’Arte a volte è un urlo che nemmeno l’artista che lo ha creato riesce a sentire.


Un artista figurativo non può avere ‘problemi irrisolti’?

Dr.ssa Angeletti:
Certo che può averne, la differenza sta nella leggibilità della sua opera.
Come dicevo ‘L’opera d’Arte è un urlo’ in questo caso eseguito in una lingua comprensibile. La chiarezza nella forma rende meno silente il disagio a chi lo vive e a chi con esso interagisce.
Lei ha avuto artisti tra i suoi pazienti?

Dr.ssa Angeletti:
Qualche volta ma ho un segreto professionale da rispettare.

Come si affronta la terapia con un’artista?

Dr.ssa Angeletti:
Nello stesso modo di un qualsiasi altro paziente.

Si usa dire che un artista per creare ha bisogno di soffrire, i suoi pazienti ( senza ovviamente fare nomi) hanno poi riscontrato una perdita di creatività?

Dr.ssa Angeletti
A distanza di tempo dalla fine del percorso terapeutico questi ‘pazienti speciali’ mi hanno informata della avvenuta ‘liberazione’ della loro Arte. Superare determinate dinamiche ha permesso loro di liberarsi dalle limitazioni, date dalle ‘ancore’ che impedivano la naturale evoluzione della loro creatività.(come soggetti ricorrenti, colori ricorrenti, paure, ansia da prestazione ecc.).
Ringraziamo La dott. Angeletti per la sua disponibilità.

Dr.ssa Angeletti: loredana.angeletti@virgilio.it
angeletti.consultonline@gmail.com
http://www.psicoangeletti.altervista.org

Grazie a Voi tutti del Caffè D’Arte.

giovedì 6 novembre 2008

Il nemico degli Artisti? Loro stessi.


Le idee migliori nascono dall’aggregazione, dalle associazioni, dai gruppi di corpi pensanti; in particolare questo discorso vale per gli artisti, i quali, in passato, sono stati gli artefici di grandi cambiamenti che hanno influenzato non solo il mondo dell’Arte, ma anche quello della vita sociale, dell’industria, la moda frivola delle donne, fino a toccare la vita dell’ultimo dei mediocri.
Oggi gli artisti si scontrano sui forum della rete per difendere la propria Arte:

Lamentano il poco peso che ha l’ artista nella società contemporanea,

Vivono il malessere creato dalla non appartenenza a nessun tipo di categoria (per l’Italia un artista è un individuo che pratica un hobby).

Parlano di ingiustizia, di perdita del ruolo, di stato che non li rappresenta e che non crea per l’Arte spazi adeguati al suo sviluppo;

La sola Arte che l’Italia sponsorizza è quella delle Cattedrali e dei grandi Maestri del passato.’

Ma è anche vero che gli stessi artisti oggi hanno difficoltà a frequentarsi, a confrontarsi, si isolano, convinti della propria bravura, superiorità e diversità, Con il loro comportamento sono gli artefici dell’esilio dell’artista e dell’indebolimento del suo ruolo all’interno della società.

mercoledì 17 settembre 2008

Arte

L'Arte non ha bisogno di parole, ne per esprimerla ne per raccontarla.
E' il risultato di un processo o di un percorso( per chi la produce)di 'un incontro' per chi ne fruisce.
Per questi ultimi:
A volte può essere portatrice di drammaticità, altre di serenità o di gioia.
Un'opera d'Arte può essere definita tale quando è in grado di generare nell'animo di chi l'ammira una sensazione strana "come un rapimento dello spirito" esso può durare un istante o di più. In quell'istante la mente si isola dal contesto (le voci, la gente scompaiono)come per restare agganciati ad un amo, a guardare in silenzio, come un incotro d'amore inaspettato.
L'Arte non è per tutti, perchè non tutti sono in grado di generare questa magia, ma è per tutti quelli che ne vogliono fruire.
Si può visitare una mostra e non aver vissuto tale magia, in tal caso il visitatore deve affermare di non aver 'incontrato'alcuna opera d'Arte, nonostante la recensione del critico ne affermi il contrario.
Alla stessa mostra, altri possono aver vissuto quella magia ed affermare di essere stati ad una mostra d'Arte, perchè il giudizio non è univoco per tutti.
L'Arte è un'esperienza personale e di grande onestà di sentimenti, "non una medicina da prendere per non risultare ignoranti".(come sostenne l'Artista Trevisan nella nostra intervista).
Il futuro dell'Arte è nell'onestà di chi guarda. Caffedarte

Blogfest 2008

Dal 12 al 14 settembre Riva del Garda ha ospitato una serie di eventi
dedicati alla Rete, tra cui l'assegnazione dei Blog Awards.

Pubblichiamo la lista dei premiati

Miglior Blog musicale (Premio MySpace.com): Soundsblog

Miglior Blog buongustaio (Premio Ingarda): Il Cavoletto di Bruxelles

Miglior Blog collettivo (Premio Telecom Italia): Voglio scendere

Miglior Blog di un Vip (Premio Donnamoderna.com): Voglio scendere

Miglior Blog letterario (Premio Lulu.com): E io che mi pensavo

Miglior disegnatore (Premio Trentino): Canemucca

Migliore blog mobile (Premio Telecom Italia): La Repubblica

Blog con la migliore grafica: Il Cavoletto di Bruxelles

Miglior Blog giornalistico: Voglio scendere

Migliore servizio per i blog: Splinder

Miglior Blog televisivo: Tvblog

Blog Rivelazione (Premio Windows Live): Uccidi un grissino: salverai un tonno

Miglior Blog tecnico-divulgativo (Premio Windows Live): Andrea Beggi

Il cattivo più cattivo della Blogsfera: Filippo Facci

Miglior Blog cinematografico: Cineblog

Miglior Blog di opinione: Voglio scendere

Miglior podcast: Condor

Migliore Community: Macchianera

Miglior Blog erotico: Uno al giorno

Miglior blog andato a puttane: Selvaggia Lucarelli

Miglior post dell'anno: Randagi

Miglior fotoblog: La pupa c'ha sonno

Blogger dell'anno 2008: Leonardo

Miglior Blog 2008: Beppe Grillo

mercoledì 27 agosto 2008

-

http://www.iluoghidelcuore.it
E' in corso il quarto censimento del FAI(Fondo per l'Ambiente Italiano)
A due mesi dal lancio del censimento nazionale I Luoghi del Cuore, continuano ad affluire le votazioni, sia come partecipazioni individuali sia come raccolte di firme di comitati attivi sul territorio.
Sarebbe interessante chiedere agli artisti quali proposte lancerebbero per risolvere le brutture segnalate dai cittadini?

martedì 3 giugno 2008

Come farsi riconoscere

dall'osservatorio dei Forum
I giovani artisti pongono una problematica :
per chi è solo agli inizi come farsi riconoscere, come avere un minimo di visibilità?
Mostrare le proprie opere ad un esperto del settore; partecipare a concorsi

La partecipazione ai concorsi può essere una strada, ma l'impegno e la passione sono sempre da coltivare.

Trovare spazi espositivi gratuiti

Un'altra soluzione potrebbe essere quella di trovare spazi espositivi gratuiti o che richiedano un contributo minimo per chi si è solo agli inizi. Sfruttare spazi liberi o inutilizzati. O meglio ancora, fare degli stage, per acquisire un'esperienza che sia legata alle proprie attitudini.


Fare un altro lavoro

Soluzione questa che oltre a permettere agli artisti di mantenersi,
gli dà anche la possibilità di restare indipendenti e liberi di dedicarsi alla propria Arte, evitando di subire influenze o imposizioni dal committente e concentrandosi sullo studio
di ciò che è il loro interesse primario.
Altra soluzione proposta è la partecipazione a mostre collettive.
Queste ultime danno la possibilità di confrontarsi, permettono scambi e rapporti e soprattutto la condivisione delle spese.

Difficilmente si può vivere solo dipingendo, almeno fino a quando non si giunga ad un percorso di maturità artistica.


Articolo di
Maria Colucci.

mercoledì 21 maggio 2008

Sostenere la produzione artistica. Fondi pubblici e finanziamenti privati.


Pan, Palazzo delle arti Napoli.
Conferenza di Pierluigi Sacco.

Pierluigi Sacco professore ordinario di Economia dell'arte presso l’università Iuav di Venezia, ha tenuto una conferenza a Napoli sul tema del finanziamento degli enti pubblici e privati alla produzione artistica
Se il mecenatismo oggi è un fenomeno isolato o strettamente legato a vicende personali, le sponsorizzazioni hanno rappresentato un notevole intervento a favore dell’arte per la politica di agevolazione fiscale che alle aziende, che si fanno promotrici in tal senso, deriva.
Ma in realtà, afferma, anche questo è un falso mito. A tal fine l’autore riporta tre casi esemplari di aziende di rilevanza nazionale impegnatesi in questo settore.
La prima è Trussardi che ha messo in atto un’operazione culturale per il rilancio del proprio marchio affidandosi ad esperti del settore, entrando così a tutti gli effetti nel mondo dell’arte, comportandosi come un vero produttore culturale.
Segue l’esempio di Furla che pur non avendo bisogno di comunicazione del proprio marchio, attraverso la creazione del “Premio Furla” per la giovane arte, mette in atto una vera e propria attività di promozione e di visibilità per gli artisti.
Infine, riporta l’esperienza dell’azienda Illy caffè partendo dall’esperimento di affidare la decorazione delle proprie tazzine da caffè ad artisti, è entrata da protagonista nel sistema dell’arte contemporanea, adottando anche la certificazione di qualità del marchio. Qui il linguaggio dell’arte non viene piegato alle proprie esigenze. Gli artisti restano tali. Sono aziende che entrano con progettualità nel sistema dell’arte e sempre in numero crescente si muovono in questo scenario che è in evoluzione.
A chi chiede se non si tratta di progetti che strumentalizzano l’arte contemporanea perché le aziende scelgono artisti che sono già affermati, non emergentiSacco sostiene che nei casi citati non fa queste operazioni per un mero fatto di marketing, bensì con cognizione di significato perché i progetti sono affidati a soggetti competenti e questo fa in modo che l’artista non si senta sponsorizzato. Sono localizzate in Veneto il maggior numero di aziende che lavorano con artisti emergenti.
Per quanto riguarda il fund raising mentre in Germania e in America la raccolta di fondi destinata alla cultura è un atto meritorio, di riconoscimento sociale da parte dei cittadini, in Italia questo discorso non avviene.
Purtroppo qui non viene ancora riconosciuto il ruolo culturale dell’artista e la cultura è ancora considerata un fatto elitario, non viene riconosciuto un valore educativo all’arte, mentre diversamente, il pubblico italiano dà risposte positive per quanto riguarda iniziative di carattere sociale.
Sacco auspica una nazionalizzazione delle politiche culturali per la gestione del consenso a livello locale, come potrebbe essere la creazione di una fondazione che investa realmente e supporti i progetti degli artisti, sull’esempio dell’americana Andy Wahrol Fondation. In Italia è il privato che spinge il pubblico, in Germania avviene il contrario. Parla della creazione di agenzie del contemporaneo, altra forma di coproduzione e coidezione di progetti con gli artisti, del concetto di infiltrazione e della creazione di piattaforme culturali per combattere il fenomeno dell’isolamento dell’artista al fine di creare uno spazio socialmente visibile.
Affida un messaggio alle generazioni dei trentenni e dei quarantenni:assunzione della responsabilità sociale della collettività per smuovere gli equilibri della città e farsi catalizzatori del nuovo.
Articolo di
Maria Colucci.

Non di sola Arte.


Conversazioni sulla situazione economica degli artisti in Italia.

Al Pan "Palazzo delle arti Napoli", ospitato nel seicentesco palazzo Roccella trasformato in sede di mostre dedicate all'Arte contemporanea, si è tenuta una conferenza pubblica per la presentazione di uno studio sulla condizione economica degli artisti in Italia.
La ricerca, svoltasi nell'arco di due anni, e basata su interviste dirette agli artisti, ha messo in evidenza che la maggior parte di essi fa un secondo se non un terzo lavoro, per potersi mantenere e dedicarsi all'Arte e che solo un artista su cinque riesce a vivere di Arte.
Il sistema dell'Arte oggi viene definito dagli artisti competitivo e " autoreferenziale", basato cioè su una serie di intrecci di pubbliche relazioni, conoscenze, scambi, collaborazioni tra artisti e addetti al settore.
Per andare avanti resta comunque decisivo il legame con il mercato e molti hanno una galleria di riferimento per far conoscere le loro opere.
Pochissimi sono gli spazi e gli interventi pubblici in favore dell'Arte qui in Italia e molti preferiscono trasferirsi all'estero, esperienza ritenuta sempre fondamentale per la carriera di un'artista, anche se poi vendono in Italia.
Un prossimo incontro ci sarà il 28 maggio ore 18.30 e avrà come tema "Sostenere la produzione artistica. Fondi pubblici e finanziamenti privati".
Ringraziamo per l''articolo
Dott.ssa Maria Colucci
Promotore Culturale.

Perchè dipingere? (o scolpire,disegnare ecc)


Premessa
Il nostro articolo parla di artisti e di ciò che dicono ecco perché la nostra indagine ha escluso i commenti provenienti da utenti intervenuti al Forum ‘osservato’ Che non avevano alcuna attinenza con il mondo dell’Arte e degli artisti.

Es: Iscritti al forum che non avevano alcuna opera pubblicata,
armati di solo nick name ( rendendosi irriconoscibili).
Una curiosità: qualcuno ha provenienza decisamente dubbia ( movimento religioso extraterrestre) :)

Questo è un esempio che motiva
la necessità di fare una scrematura degli interventi
e
spiega perché, forum con post interessanti, scadano in discussioni poco costruttive se non addirittura demenziali.

Perchè dipingere? (o scolpire,disegnare ecc)
I motivi che ne sono emersi sono:
L'immortalità e il sapere che quello che si è in grado di fare è unico ed irripetibile, smettere di dipingere significherebbe non lasciarne traccia nella storia dell’Arte.
( concetto già espresso da Giulio Carlo Argan nel testo ‘Storia dell’Arte come storia della città’ Roma 1983)
dal forum :Van gogh dipingeva praticamente per se stesso, se si fosse scoraggiato e avesse fatto il mercante d'arte?
mancherebbe un tassello tra l'impressionismo e l'espressionismo, che, probabilmente, non sarebbe mai nato come lo vediamo noi oggi.

Il piacere della sfida

perchè è una sfida nel superare le difficoltà tecniche per arrivare al risultato che si ha in mente. Non chiedersi il "perchè" ma "come" realizzarlo per il puro piacere di farlo. I lavori sono sempre in corso, il cambio di genere, soggetto, tecnica.
L’insoddisfazione che trascina nella perenne ricerca di un qualcosa che in alcuni giorni affiora
con estrema facilità e in altri è una lotta dove da un lato della barricata c’è la tela, i colori, i pennelli, dall'altro lato c’è l’artista.
La sfida in alcuni casi la si può anche perdere, costringendo l’artista all’isolamento o addirittura ad abbandonare il progetto.



L’artista e il mercato

Cercare di vivere di Pittura significa incontrare o ‘ abbracciare un mercato’
Chi deve comprare è ignorante e ha una sua idea di ciò che gli piace, chi produce Arte ne ha una propria.
Chi vuole vendere la propria arte e vivere di essa deve sperare che queste idee coincidano, ma spesso non è così.
Ecco perché ci si pone il quesito perché vendere la propria Arte?
Arte intesa come piacere del fare, non come creazione dell’oggetto (quadro, scultura ecc).
La creazione dell’oggetto richiesto dal mercato fa decadere il piacere del fare Arte, perché impone un soggetto, il colore, l’idea.
Quando alla creazione dell’opera d’Arte abbiamo eliminato queste poche scelte di base abbiamo troncato la sua natura trasformandola in puro artigianato.
Il problema con il lavoro è sempre quello di scendere a compromessi e la cosa più assurda è che nel caso del lavoro dell’artista significa scendere a compromessi con te stesso, ecco perché ,c’è chi pur di non rinunciare alla propria Arte preferisce fare un altro mestiere per vivere,trasformando in hobby ciò che poteva essere un lavoro.


‘L’artista E' il mercato’
Gli astrattisti del forum hanno detto:
L'Arte è un tutto uno con la vita degli artisti, è necessario far conoscere la nostra visione delle cose agli altri, al mondo fuori ,se il lavoro se resta confinato nelle "quattro mura"dello studio rimane incompleto, uno sterile autocompiacimento o al contrario una fonte di frustrazione.
Proprio perchè l'espressione artistica è una grande libertà non è detto che da tutti debba essere capita/condivisa, per tal motivo il mercato non condivide tutti gli aspetti delle forme artistiche ma ne seleziona quelle più funzionali al suo sistema. (Fin qui era comprensibile poi è iniziato il delirio delle parole vuote..)

Nasce 'l'osservatorio'



L'osservatorio si occuperà di osservare di cosa si parla nei forum dei siti di Arte più noti presenti nel web ed estrapolarne le tematiche più ricorrenti.
Gli artisti un tempo si riunivano ( fisicamente) per parlare di Arte, facendosi visita reciprocamente, o davanti ad un bicchiere di rosso in osteria o nei caffé come il nostro.
Oggi l'artista se ne sta chiuso nel suo studio o nella sua casa (che è per metà il suo studio) e non parla con nessuno... Tranne che intervenire nei forum.
Nei forum gli artisti, si lusingano, si accapigliano, ma cosa più importante di tutte, parlano del loro modo di vedere L’Arte, la politica, il cinema, la vita;
Ecco perchè è un ambiente da tenere in costante osservazione al fine di ricavarne un'indagine sociologica dell'Arte. Il nostro è un esperimento, ‘ambizioso’ come tutte le nostre iniziative, quindi, fateci gli ‘in bocca al lupo’ e speriamo di non deludervi.
Caffè d'Arte news

sabato 17 maggio 2008

Stefano Venturini






Il mio approccio con la realizzazione di una quadro o di una serie di quadri non è molto impegnativo intellettualmente.
Io lavoro soprattutto attraverso l'occhio e le sensazioni che mi provoca la visione di qualcosa di interessante. Una macchia, un'ombra o, come nella serie che sto portando avanti, la luce.
La luce che distrugge l'immagine reale e te la rende trasformata e incompleta.
Da qui parte l'idea di un dipinto quindi di più dipinti col medesimo soggetto: la luce e le ombre, il controluce.
Ma in generale tutto il mio lavoro nasce in questo modo che definirei "estetico".
Il mio pensiero molto spesso delude chi discute con me i miei dipinti. Mi vengono descritte emozioni e sensazioni che ricavano da ciò che stanno guardando.
Naturalmente mi fa molto piacere ma restano stupiti dal fatto che io non abbia avuto contorcimenti mentali per realizzarre queste cose. Non ho difficoltà nel realizzare un dipinto, poche ore.
Dietro i miei lavori c'è una base di partenza puramente estetica e il fatto che si creino composizioni con risultati - non estetici perché so esattamente cosa voglio fare - emozionali potrei definirlo quasi casuale, o meglio, inconscio.
Cosa influenza quindi la mia creatività?
Direi che l'influenza è ambientale ma legata all'estetica e non all'emozione. Forse è il riuscire a vedere in una cosa apparentemente banale un dipinto già finito.
Ecco, esattamente questo: io non vedo ciò che ho davanti ma ciò che ricaverò da questo.

Stefano Venturini.

Da parte nostra aggiungiamo:
La creatività è la capacità di immaginare qualcosa prima che essa venga realizzata e di realizzarla.
Caffe d'Arte.

martedì 6 maggio 2008

Sfogo d’Artista cercasi

Caffé d’Arte, cerca artisti che siano pronti a tirare fuori la propria anima in uno sfogo liberatorio da pubblicare su Caffé d’Arte news nella sezione omonima.

Stiamo cercando artisti, per il nostro caffé, chiediamo a tutti gli artisti interessati di inviarci il proprio scritto all’indirizzo e mail :
caffearte@gmail.com

Le lettere scelte saranno pubblicate e ad esse seguirà un’ intervista agli artisti selezionati.

Chiediamo a tutti di inserire nell’e mail :
Nome e Cognome,
Link ove è possibile visionare i lavori ( sito personale oppure pagina su portali web ecc)

Una foto personale – (Visibile e chiara )
A questo proposito vorremmo chiarire il motivo della richiesta.
Senza una foto personale siete solo delle parole scritte nel nulla, il Caffé d’Arte ambisce a dare una nuova visione dell’artista. Un artista che sia riconoscibile, al fine di conferirgli notorietà anche pubblica, non solo nel privato della galleria dove espone.
Tutti riconosciamo il Maestro Pablo Picasso se ce ne mostrano una foto, eppure, non lo abbiamo mai incontrato di persona.
Noi crediamo che nell’epoca di internet sia stupido attendere che l’Artista MUOIA , per poi, rendere nota la sua immagine fino a renderla riconoscibile anche da chi non vive di Arte ( come nel caso del Maestro Picasso).

E’ possibile visionare una prima pubblicazione di sfogo d’Artista al link www. caffedarte.blogspot.com ( Sfogo dell’Artista Elisabetta Trevisan)
Nella selezione faranno testo due fattori importantissimi per il Caffé d’Arte.

1. Le argomentazioni dello scritto. ( Non fatevi incastrare dalla paura di errori ortografici o altro, concentratevi sui contenuti, siate sinceri, onesti).

2. La qualità delle opere che la persona in oggetto ha prodotto.

La ricerca non è strettamente legata alla richiesta. Chi entra a far parte del Caffé d’Arte entra in una lista che è anche un percorso.


PS. Se non avevate mai sentito parlare del ‘Caffé d’Arte’ prima di oggi ,Vi consigliamo di visionarne in primis lo Statuto.
Al link

http://caffedarte.blogspot.com nella sezione Statuto

Se non vi riconoscete in esso, Vi consigliamo di astenervi dall’inviare i vostri contenuti.

Caffé d’Arte.

venerdì 2 maggio 2008

Elisabetta trevisan





‘Oggi ho perso il portafoglio ,ma ho tanto guadagnato, perchè ho visto i suoi quadri’stava scritto nel quaderno che sempre si lascia a disposizione dei visitatori
tra tanti eruditi commenti,questo mi è rimasto il più caro.

Non mi piace usare la parola artista che oggi comprende troppe figure diversissime tra loro, io sono pittore e forse solo disegnatore ,parlo quindi solo di questa categoria.


Il mercato dell'arte è malato,
le colpe si possono equamente distribuire tra tutti gli addetti ai lavori,aste ,fiere,gallerie critici,pubblica amministrazione,ma anche i pittori non ne sono esenti .

Il pittore è solitario per necessità(bisogna stare soli per mettere l'anima sulla tela),
ma poi, quando incontra il pubblico, deve pur trovare un punto di contatto,invece spesso se ne sta su di un piedistallo aspettando e pretendendo consenso e possibilmente ‘compenso’. La figura dell'artista incompreso e morto di fame,è ormai passata alla storia (difficile cancellarla).


Il mio primo mercante d'Arte pretendeva che non avessi mai da sentirmi troppo felice
la produzione ne avrebbe sofferto (secondo lui).

All'ufficio affissioni del comune l'impiegata mi spiega senza alcun imbarazzo che:'solo i parenti dei pittori morti possono usufruire dello sconto sulla tassa comunale'.
conclusione...
il peggior difetto per un pittore è quello di essere ancora vivo.
Avete mai visto la fila davanti alla galleria per un pittore vivo?
Invece quando si tratta delle solite mostre ,(di cui poi si può parlare nei salotti), tutti in fila a pagare il biglietto, anche se sono sempre le stesse.

Avendo passato molto del mio tempo in galleria,mi sono resa conto che la gente comune è timorosa,incerta si ferma sulla porta sussurrando: 'io non me ne intendo'.
Il pubblico si sente spesso inadeguato e il pittore che si indigna se gli chiedono un quadro che stia bene con il divano.
Il pittore che non vuole sentire commenti poco eruditi e che guarda con sufficienza dall'alto del suo piedistallo non rende certo un buon servizio (ai fini della comunicazione tra le due parti).
Vorrei che la pittura entrasse in tutte le case,come una finestra in più.
Vorrei che i quadri fossero oggetti desiderati, vissuti con semplice piacere,e non come una medicina da prendere per non essere considerati ignoranti.
In Austria e non solo ,esiste il supermercato dell'Arte ,dove ognuno può mettere nel carrello quello che più gli piace ,(o che si può permettere) da noi in Italia, l'Arte resta per pochi eletti,condizionata da un mercato in mano a chi?non certo ai pittori.
Svegliamoci!

La Sig.ra Trevisan ha dato la sua disponibilità per un'intervista che pubblicheremo in seguito.Caffè D'Arte.

domenica 27 aprile 2008

Sfogo d' artista

Apriamo una nuova sezione del blog che si chiamerà sfogo d'artista.

"A questo dibattito prendono parte due interlocutori
I primi parlano VOCE SPIEGATA DI COSE DI CUI NON HANNO LA MINIMA NOZIONE
Altri più esigenti con se stessi parlano sottovoce di cose di cui sono profondamente consapevoli.

Il fatto che LA POTENTE VOCE DEGLI IGNORANTI riesca spesso a coprire le più elementari verità non significa proprio nulla.( Dziga Vertov)."




Sfogo d'artista non sono "i deliranti sproloqui degli informali che giustificano a suon di cosmo e meteore le loro croste", perchè quella è la potente voce 'degli ignoranti'

Sfogo d'Artista di caffè d'Arte è lo spazio destinato alle lettere dei veri artisti le cui Opere vi lasciano senza parole per la bravura che li contraddistingue.

Lo sfogo d'Artista ha lo scopo di tirare fuori la vera anima del maestro che troppo spesso parla sottovoce di cose di cui è profondamente consapevole.

lunedì 31 marzo 2008

Intervista a Nicoletta Belletti


Sig.ra Belletti, lei si sente più pittrice o più artista?

La pittura è arte, quindi si parla della stessa cosa!



Cosa le piace, quali sono i Maestri che più di tutti l’hanno affascinata?

Non ho un esempio da portare perché io dipingo da sempre e da bambina non ho neppure avuto genitori appassionati , la pittura mi ha conquistato alla nascita.



‘Animali da Cortile ’ è un soggetto che fa parte del suo quotidiano ( vivendo lei a Parma) oppure è stata una scelta dettata dalla pura ricerca estetica?


Adoro gli animali, vivevo in campagna da piccola e mi piace osservarli, sono affascinanti, oltre che selvaggiamente belli, trovo che la natura sia fantastica.
Mi avevano chiesto tempo fa di fare degli animali ma non ero pronta, poi per caso ho scoperto il taglio che volevo dargli e ho cominciato.




Il suo lavoro è molto materico, che tecnica usa e che materiali? ( Le saremo grati se fosse molto descrittiva, per dare anche qualche curiosità tecnica.)


La mia tecnica è fatta di gestualità.

Lavoro su tavola con colori acrilici, faccio un disegno che poi coloro, dopo ridiscuto tutto il mio lavoro con una pasta, data con la spatola a grande spessore.

spatola che va da un minimo di 5 ad un massimo di 25/30 cm utilizzo anche sabbie e una resina x fare contrasto con le parti opache del materico.



Da quanto tempo ha abbandonato la pittura tradizionale?


Non ho abbandonato niente, accumulo tecniche e le rielaboro a mio piacere, chissà che tra un po’ non lavori ad olio.



Che studi ha fatto ed innanzi tutto dove ha imparato (realmente).


Ho fatto l’istituto magistrale

Sono autodidatta (realmente)



Lei è notoriamente una persona riservata pur prendendo parte ai forum in rete, per quale motivo?


I forum sono per discutere sulle idee e sull’arte non per parlare di se stessi .




Se oggi lei potesse dare dei parametri a cui gli artisti contemporanei affidarsi, che tematiche suggerirebbe? ( natura, industrializzazione, sentimenti, cosa guardare per non restare indietro nelle tematiche?)



Non credo che ci siano tematiche da seguire per non restare indietro, in generale non credo nelle tematiche.

Io ho cominciato sviluppando solo fiori proprio perché credevo che fossero maltrattati dalla critica e dagli artisti perché considerati vecchi e stantii, la mia è stata una sfida x togliere il fiore dal clichè in cui era relegato ingiustamente, dimostrando che era ancora moderno, bastava re-interpretarlo.



Secondo lei è possibile creare forme gradevoli ma che abbiano anche un significato, oppure il significato spesso può compromettere la forma?


Credo che ogni quadro abbia un significato, l’importante è non forzarlo dentro di esso.



La rete può aiutare gli artisti a confrontarsi oppure serve solo a spiare cosa fanno gli altri?


Serve a confrontarsi, io non spio nessuno.



Secondo lei un pittore che non sa disegnare può essere definito artista?


Un pittore è un artista, se non sa disegnare lo noteranno gli altri.


Secondo Lei L’Arte è davvero per tutti?
Se intendi che tutti sono degli artisti… no

Se intendi che tutti la possono gustare…si



Vive della sua pittura oppure si occupa anche di Altro?


Vivo di pittura e mi occupo della mia famiglia



Ha degli amici pittori con cui si confronta?


Chiacchiero volentieri con tutti gli artisti che vogliono condividere un lavoro, una passione.


In quanto tempo dà termine ad un quadro? Giorni? Mesi? Ore?

A volte mesi x pensarli e trovare lo sprint x iniziare

3 giorni x farli effettivamente

Qualche ora x esporli una volta asciutti




Ha degli artisti preferiti (contemporanei) anche non famosi? Può fare dei nomi?


Eric serafini, Giacomo costa, Ignazio fresu, Artisti


italiani conosciuti nella rete di cui apprezza il lavoro?


Se non vedo i lavori dal vivo, non sono in grado di giudicare, posso apprezzare solo superficialmente


Qualcuno ha definito la nostra iniziativa (di creare un caffé d’Arte non per tutti,)
“un’iniziativa coraggiosa”,anche Lei ne condivide il pensiero?

Più che coraggiosa io direi giusta.

Fare l’artista è come giocare al milionario di Gerry scotti, ci sono tanti scalini, tanti traguardi, bisogna saperli conquistare e per chi sta un gradino sotto , questo non deve essere motivo di invidia ma di sprone per salire di grado. è inutile considerarsi tutti una massa informe, tanto prima o poi bisogna fare delle scelte.



Perché sono difficili le coalizioni tra artisti? Cosa impedisce il crearsi delle correnti?

Qualsiasi società è difficile da far funzionare, gli artisti non si smentiscono, poi sono abituati a lavorare da soli.


Cosa deve avere uno spazio espositivo, oggi, per essere fruibile dai giovani come Lei?

Deve avere una bella vetrina in un posto di passaggio.
La gente è pigra, non va attirata in cantine buie, bisogna dargli la possibilità di inciamparci contro ad una bella opera.


A cosa sta lavorando ultimamente?


Ho appena finito di preparare una mostra per il Centro Botanico Moutan a Viterbo, in occasione della fioritura delle peonie, un posto fiabesco col quale è il secondo anno di collaborazione.





Ringraziamo La Pittrice Nicoletta Belletti per la sua disponibilità.

lunedì 17 marzo 2008

Intervista a Gianfranco Rovatti

1. Sig. Rovatti, molti suoi lavori sono fatti con la biro, come mai?
Rovatti: Per l’incisività del tratto e forse perché è sempre a portata di mano.


2. Lei dice di essere estraneo al mondo dell’arte, perché?
Rovatti: Vengo dal mondo della moda e sono stanco dello stereotipo di modelle levigate e anoressiche.


3. Cosa le piace, quali sono i Maestri che più di tutti l’hanno affascinato?
Rovatti: Lucine Freud e Jenny Saville


4. Come nasce questa passione per l’umano comune?
Rovatti: Dall’amore per la realtà e non degli artifizi.


5. Secondo lei è possibile creare forme gradevoli ma che abbiano anche un significato;Oppure il significato spesso può compromettere la forma?

Rovatti: E’un equilibrio da ricercare.



6. La rete può aiutare gli artisti a confrontarsi oppure serve solo a spiare cosa fanno gli altri?

Rovatti: Il mio caso testimonia chiaramente la prima ipotesi.



7. Lei prende parte ai forum?
Rovatti: No



8. Esprime le sue opinioni sull’Arte?
Rovatti: Raramente



9. Secondo lei un pittore che non sa disegnare può essere definito artista?
Rovatti: Chiamiamolo con un altro nome.



10. Secondo Lei L’Arte è davvero per tutti?
Rovatti: No serve un minimo di talento da sviluppare.



11. Quali tecniche le sono più congeniali?
Rovatti: Per problemi miei personali, l’olio ha tempi di asciugature troppo lunghi,prediligo gli acrilici.



12. La donna ritratta chi è?

Rovatti: Fa parte di gente comune che cerca il famoso” quarto d’ora di celebrità”teorizzato da warhol in questo caso pescata dalla rete.



13. Quando cammina per strada cosa le passa per la mente? Che direzione prenderà il mondo dell’arte?

Rovatti: Qualsiasi basta che non ci prendiamo più per aridi ed incolti se non ci entusiasmiamo davanti ad un taglio su una tela.



14. Lei ha degli amici pittori con cui si confronta?

Rovatti : Per ora no.



15. In quanto tempo dà termine ad un quadro? Giorni? Mesi? Ore?

Rovatti: Ore o giorni.



16. Ha degli artisti preferiti (contemporanei) anche non famosi? Può fare dei nomi?

Rovatti: Oltre a Lucine Freud e Jenny Faville,
Kunst Van Francien Kerieg – Torregar- Passos Ricardo


Ringraziamo il Sig. Rovatti per la sua disponibilità.

venerdì 29 febbraio 2008

Nicoletta Belletti


Belletti nicoletta
Parma,14-02-67
Vive e lavora a Parma, la sua pittura è materica veloce, geniale.
Molto interessanti i dipinti raffiguranti'animali da cortile'. il Link vi rimanda al suo sito personale.

martedì 26 febbraio 2008

Gianfranco Rovatti


Attento osservatore dell'uomo e dei suoi difetti, predilige corpi rotondi, imperfetti ben lontani dallo stereotipo imposto dai media. Gianfranco Rovatti ci piace molto, tele quadrate in acrilico e tecnica mista, non abbiamo trovato un suo sito internet, ma è possibile visitare la sua pagina su equilibriarte. Seguite il link non ve ne pentirete.

lunedì 25 febbraio 2008

Statuto


CERCASI DOTATI di talento
In un mondo perfetto tutti i dotati ( dalla nascita) sarebbero destinati a diventare artisti.Un tempo, l’architetto, il grafico, il pittore, era un’dotato', ossia qualcuno che fin da bambino aveva un’innata capacità di mettere nero su bianco quello che vedeva e percepiva dal mondo circostante e di re-interpretarlo.Il talento, una parola che ha smesso di vivere.Le nuove forme espressive hanno aperto la porta a persone non’dotate’conducendole in un ambiente a cui probabilmente non erano destinati.Oggi il grafico è uno smanettone. Non occorre che sappia disegnare perché ci pensa il PC a dargli i modelli su cui lavorare e non occorre che sappia dipingere perché i software sopperiscono ad ogni esigenza di sfumatura, colore e tessuto.La parola più gettonata è creatività. Tutti possono definirsi creativi.“Io sono molto creativa” dice la commessa che propone una camiciola alla cliente da abbinare alla gonna.“Sono molto creativo” dice il capoufficio scegliendo le nuove cartelline colorate per la cancelleria.“Sono un creativo” dice l’imbianchino mettendo il’nastro carta ’ per lungo sulla parete e tinteggiandola di due colori diversi.“Sono una persona creativa” dice la casalinga che ha preso parte al corso di decoupage tenutosi presso il negozio di bricolage sotto casa.A voi il seguito del gioco dei creativi…. Il termine è a dir poco inflazionato.Non sarebbe grave se a ciò non fosse associata in automatico la parola artista.CREATIVO = ARTISTA.Tanto per fare un esempio;“Io sono molto creativa” dice la commessa che propone una camiciola alla cliente da abbinare alla gonna.CLIENTE “mi piace moltissimo. Lei è un artista!”Tutti possono definirsi creativi; tutti sono degli artisti.Per la legge dei grandi numeri, questa sagra dell’artista ha trasformato un lavoro di nicchia (perché i dotati erano e sono pochi, ) in un fenomeno di massa, ove tutti possono ambire al titolo.In un mondo perfetto le 'braccia rubate all'agricoltura' non avrebbero accesso a gallerie mondane, critici compiacenti e giornali accoglienti.Nell’era di Creativilandia questo è possibile.Basta dargli in mano un pennello e un qualsiasi supporto, uno spazio espositivo, ….e l’artista si afferma.Nei salotti la musica è la seguente:“preferisco l’Arte astratta, dipingo le mie sensazioni”“non mi è mai piaciuta l’arte figurativa la reputo superata”“ Adoro l’Arte concettuale, la trovo profonda”“ Quando creo mi sento tutta un’energia che si sprigiona dalle unghie delle dita dei piedi e si spalma sulla tela in un tunnel che mi travolge sfiancandomi.”.Nessun’dotato’ parlerebbe in questo modo. Perchè un talento non ha bisogno di parole.Chi sa fare non ha bisogno parlarne.I veri Artisti sono umili e silenziosi, perché temono di apparire presuntuosi, perché sanno che il prossimo lavoro dovrà essere migliore del precedente.Sentirsi definire Artisti li imbarazza è una parola troppo forte e impegnativa in virtù del rispetto che nutrono nei confronti dei grandi che vestono il titolo.Non sono nemmeno granché stravaganti. Provate ad andare in una qualsiasi Accademia di Belle Arti e guardatevi intorno. Vi sfioreranno centinaia di ragazzi dai capelli multicolore e abbigliamento carnevalesco, ma guardando nella loro cartella troverete solo pasticci.Le cartelle più interessanti appartengono a quei ragazzi un po’ anonimi che in quella gran baraonda sono quasi invisibili. Molti di loro potranno lasciarvi addirittura a bocca aperta per grazia, gusto. ARTE. Li lascerete pensando: “ Non l’avrei Mai detto”.Grazie a creativilandia potreste trovarvi ad una cena d’amici dove tra i commensali è seduto qualcuno che nel tempo libero prende lezioni di pittura e si definisce di già un Artista, anche se non ha mai dipinto un quadro in vita sua.